LXXXIII Festival del Maggio - Concerto inaugurale

Daniele Gatti

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Programma
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Igor Stravinskij
Sinfonia di salmi
Sinfonia in do

Si ringrazia Kuehne+Nagel per il sostegno



Il concerto sarà trasmesso in diretta radiofonica su Rai Radio 3
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Il concerto inaugurale del LXXXIII Festival del Maggio Musicale Fiorentino si apre nel segno di Stravinskij, di cui quest’anno si ricorda il cinquantesimo anniversario della morte. Il numero cinquanta collega anche le opere previste in programma, la Sinfonia di salmi e la Sinfonia in do, entrambe dedicate alla gloria di Dio ed entrambe destinate a celebrare i cinquant’anni dalla fondazione di due grandi orchestre americane, rispettivamente la Boston Symphony Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra.

Igor Stravinskij - Sinfonia di salmi
Era il 1930 quando l’Orchestra Sinfonica di Boston chiamò all’appello i maggiori compositori del tempo perché realizzassero nuove opere destinate a celebrare il cinquantenario della fondazione dell’orchestra. Igor Stravinskij rispose all’invito realizzando la Sinfonia di salmi, una pagina sinfonico-corale «composta alla gloria di Dio», come riportato nella dedica in partitura, su testi tratti dai Salmi della Vulgata. Il termine sinfonia è inteso da Stravinskij nell’accezione etimologica di insieme di suoni eterogenei. La Sinfonia di salmi è costruita infatti come un polittico sonoro che non mostra alcun legame con la sinfonia classica: nessuno sviluppo tematico, nessuna regola prestabilita da seguire per la costruzione dei tempi ma piena libertà nella scelta di forme, stile e scrittura. L’organico orchestrale impiegato mostra delle assenze significative: mancano infatti i violini e le viole nella sezione degli archi e i clarinetti in quella dei fiati. Il risultato è un suono più asciutto e più cupo che nelle intenzioni dell’autore meglio si addice a una pagina di profonda ispirazione religiosa. Il primo movimento (Exaudi orationem meam) è un canto di implorazione caratterizzato dall’uso ripetuto dell’intervallo di seconda minore, carico di angoscia e di pathos. Nel secondo movimento Stravinskij sfodera la sua abilità contrappuntistica nella forma più ardita della tradizione barocca. Il canto di ringraziamento al Signore (Expectans expectavi Domine) è costruito infatti su una doppia fuga - la prima strumentale, la seconda corale - dove l’innesto della seconda fuga sulla prima dà vita a un complesso intreccio polifonico. Il movimento conclusivo è un inno di lode (Laudate Dominum) dove si alternano momenti di statica ieraticità a episodi di barbarica violenza ritmica (nello stile del primo Stravinskij) fino alla chiusa, dove il motivo circolare dell’Alleluja iniziale ritorna e si spegne sommessamente nell’ultimo accordo in do maggiore.

Igor Stravinskij - Sinfonia in do
«Questa Sinfonia, composta alla Gloria di Dio, è dedicata alla Chicago Symphony Orchestra nell’occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione». Con queste parole Stravinskij congedava nell’agosto del 1940 la sua Sinfonia in do, una sinfonia nel senso classico del termine nella quale l’autore adottava forma e procedimenti tipici del genere principe della musica strumentale occidentale. La genesi dell’opera fu piuttosto travagliata e impegnò l’autore a più riprese nel corso di due anni. I primi due movimenti videro la luce in Francia, rispettivamente nell’autunno del 1938 e nell’estate del 1939, nel periodo più tragico della vita del compositore che nel giro di pochi mesi perse la figlia, la moglie e la madre. Stravinskij si gettò a capofitto nella musica e concluse l’opera l’anno seguente in America, dove realizzò il terzo e il quarto movimento. Anche se rispettosa del canone tradizionale, la Sinfonia in do rivela lo spirito innovativo del suo autore e così quegli stilemi classici che aleggiano nel primo e nel secondo movimento (i richiami a Beethoven e ad Haydn segnalati dallo stesso Stravinskij) inevitabilmente si intersecano nelle maglie di una scrittura moderna fatta di fraseggi irregolari, sfasamenti ritmici e combinazioni timbriche inusuali. Un semplice motivo di sole tre note enunciato dagli archi nel primo movimento (Moderato alla breve) è il seme da cui germoglia l’intero discorso sinfonico, una sorta di motto che servirà da collante tra primo e ultimo movimento. Il secondo tempo (Larghetto concertante) in forma tripartita mette in risalto le sonorità degli oboi con un disegno cristallino che viene turbato solo nella sezione centrale. Il terzo movimento (Allegretto) ha invece tutto l’aspetto di uno Scherzo in cui dominano ritmi di danza lanciati a tutta velocità con continui cambi di metro. Nel finale (Largo. Tempo giusto, alla breve) ricompare il motto iniziale nel serioso corale di fagotti e ottoni che salda e chiude l’opera secondo il principio della forma ciclica.
Artisti
Direttore
Daniele Gatti

Coro e Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro
Lorenzo Fratini
Durata
Durata complessiva: 1 ora e 15 minuti circa
Biglietti
Teatro del Maggio
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