Nel 1978 il compositore berlinese Aribert Reimann firma Lear, opera nata su sollecitazione del baritono Dietrich Fischer-Dieskau, che ne sarà il primo leggendario interprete. Il soggetto è tra i più noti, quel Re Lear di Shakespeare che ha sempre affascinato, ma anche scoraggiato, molti compositori, uno su tutti Giuseppe Verdi che non realizzò mai il suo proposito di farne un’opera. Lear a differenza degli altri personaggi del bardo inglese non ha statura eroica ma è una vittima, non solo delle avide e ingannevoli figlie, ma soprattutto di se stesso e della sua altezzosità, che non gli consente di riconoscere l’amore unico e sincero di Cordelia. Spogliato dei suoi averi e dei suoi onori, per Lear la caduta a picco nel baratro della follia è inarrestabile e violenta, così come lo è la musica di Reimann, che, memore delle tecniche compositive di mezzo secolo di storia, dalla lezione della Seconda scuola di Vienna all’anarchia sperimentale del post avanguardia, esalta gli estremi drammatici dell’opera con una scrittura livida e tagliente.
Allestimento dell’Opéra national de Paris