Il 14 gennaio del 1900 al Teatro Costanzi di Roma debutta Tosca, opera in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. La fonte è il dramma storico La Tosca di Victorien Sardou, scritto nel 1887 appositamente per l’attrice Sarah Bernhardt. Puccini si era infiammato per quel soggetto dopo aver assistito a una recita teatrale e fece di tutto per trasformarlo in opera. Tuttavia, l’editore Ricordi affidò inizialmente il progetto a un altro compositore, Alberto Franchetti, salvo poi rimetterlo nelle mani di Puccini nel 1895. Per realizzare il libretto di Tosca viene riconfermato il tandem Illica-Giacosa, già collaudato con successo ne La bohème. Ma i lavori procedono a rilento e con numerose lagnanze da parte dei librettisti. Entrambi ritengono il dramma di Sardou inadatto alla trasposizione operistica per i troppi avvenimenti che prendono il sopravvento sulla poesia. Puccini, invece, dal canto suo non se ne preoccupa e seguendo solo il suo intuito musicale nel 1899 firma quello che di lì a breve diventerà un altro suo grande capolavoro. Tosca è dunque un’opera d’azione dove la tensione non si allenta mai e in cui il discorso musicale deve necessariamente procedere senza sosta, salvo rare eccezioni. Questo induce il compositore lucchese ad adottare una tecnica narrativa costruita sua una fitta rete di motivi brevi e ricorrenti - spesso combinati tra loro - per commentare il frenetico svolgersi della vicenda. L’azione è ambientata nella Roma papale al tempo della battaglia di Marengo. I protagonisti Floria Tosca, primadonna al quadrato passionale e volitiva, e il suo amante Mario Cavaradossi, pittore dalle simpatie liberali e anticlericale convinto, sono ostacolati dal barone Scarpia, capo della polizia borbonica a servizio del papato. Animato da torbide passioni e da un’innata malvagità, il barone, come un sadico burattinaio, determina l’andamento degli eventi dall’inizio alla fine. Feroce persecutore di Mario prima e di Tosca poi (fino a quando non viene assassinato dalla donna dopo un tentativo di violenza su quest'ultima), Scarpia continua ad aleggiare come un fantasma in orchestra anche da morto con la ripetizione del suo tema minaccioso costruito sul tritono, l’intervallo sinistro che da secoli in musica è associato al Male. Ma l’atmosfera drammatica della storia, che prevede tre morti violente in scena (un accoltellamento, una fucilazione e un suicidio), è accentuata ulteriormente da Puccini anche attraverso una scrittura orchestrale carica di dissonanze e tensioni, che anticipano l’estetica espressionista, e una vocalità spesso esasperata e spinta al limite.
Nuovo allestimento
Giovedì 23 maggio 2024, alle ore 17, nel Ridotto del Foyer di Galleria del Teatro del Maggio, conferenza di Claudio Strinati su Romanità di Tosca. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
La recita del 6 giugno sarà trasmessa in diretta su Rai Radio 3
Si ringrazia Ferragamo per il sostegno all’86° Festival del Maggio
Maestro concertatore e direttore
Daniele Gatti
Regia
Massimo Popolizio
Scene
Margherita Palli
Costumi
Silvia Aymonino
Luci
Pasquale Mari
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro
Lorenzo Fratini
Coro di voci bianche dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino
Maestra del Coro di voci bianche
Sara Matteucci
Floria Tosca
Vanessa Goikoetxea
Mario Cavaradossi
Piero Pretti/Vincenzo Costanzo (8/06)
Scarpia
Alexey Markov
Cesare Angelotti
Gabriele Sagona
Il sagrestano
Matteo Torcaso
Spoletta
Oronzo D’Urso
Sciarrone
Dario Giorgelé
Un carceriere
Cesare Filiberto Tenuta
Un pastore
Marta Sacco (24/05), Lorenzo Mastroianni (26/05), Spartaco Scaffei (3/06), Angélique Becherucci (6/06), Ileana von Wachter (8/06)
Solo ascolto | 10,00€ |
Visibilità limitata | 15,00€ |
Galleria | 35,00€ |
Palchi | 45,00€ |
Platea 4 | 65,00€ |
Platea 3 | 75,00€ |
Platea 2 | 90,00€ |
Platea 1 | 110,00€ |