Nel 1857 Verdi viene ingaggiato per scrivere un’opera per il Teatro San Carlo di Napoli e subito inizia la caccia al soggetto perfetto. La prima idea è
Re Lear di Shakespeare ma la mancanza di tempo lo costringe a ripiegare su un libretto di Scribe,
Gustave III ou Le bal masqué, già musicato da Auber e da Mercadante. La storia si ispirava a un fatto storico accaduto nel 1792: l’omicidio di re Gustavo III di Svezia ad opera di un suo cortigiano durante un ballo. L’argomento era indubbiamente scomodo, l’uccisione in scena di un monarca non poteva lasciare indifferenti i censori napoletani, che infatti intervennero imponendo a Verdi numerosi tagli e modifiche. Ma l’autore teneva troppo ai tratti settecenteschi e allo stile brillante di ascendenza francese della sua nuova opera per poter accettare, tra le tante richieste, di spostare l’azione nel dodicesimo secolo dove sarebbe stato impossibile «trovare un principotto, un duca, un diavolo, sia pure del Nord, che avesse visto un po’ di mondo e sentito l’odore della corte di Luigi XIV». Naufragato così il debutto napoletano,
Un ballo in maschera sarà allestito al Teatro Apollo di Roma, dove andrà in scena il 17 febbraio 1859.
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