Diego Ceretta dirige il "War Requiem" di Benjamin Britten

Sabato 3 maggio 2025 alle ore 20 il maestro Diego Ceretta sul podio della Sala Grande alla guida dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Orchestra della Toscana e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio.

In programma una delle più note composizioni del ‘900, il “War Requiem” di Benjamin Britten. 

Solisti della serata il soprano Elizaveta Shuvalova, il tenore Ian Bostridge e il baritono Dietrich Henschel. 

In collaborazione con Orchestra della Toscana 

Il concerto sarà trasmesso in diretta su Rai Radio 3 

Firenze, 30 aprile 2025 – Proseguono i concerti dell’87º Festival del Maggio Musicale FiorentinoSabato 3 maggio, alle ore 20, il maestro Diego Ceretta sale sul podio della Sala Grande del Maggio – alla guida dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Orchestra della Toscana, della quale è direttore principale, e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio – per il terzo appuntamento sinfonico del Festival.

In programma una delle più celebri composizioni del XX secolo, il celebre War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera di Benjamin Britten

La serata nasce in collaborazione con l’Orchestra della Toscana, un binomio prezioso e così descritto da Daniele Spini, direttore artistico dell’ORT: “La collaborazione fra Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra della Toscana trova in questa produzione un momento specialmente intenso. A guidare i complessi del Maggio è Diego Ceretta, direttore principale dell’ORT, e dall’ORT è espresso il gruppo di musicisti che interagisce con i solisti di canto come orchestra da camera. Due istituzioni si incontrano per fare musica insieme, in una composizione di grande valore artistico e di non meno alto significato morale”. 

Un significato morale tutto fuorché casuale: il capolavoro di Britten, difatti, fu eseguito per la prima volta per la consacrazione della nuova Cattedrale di Coventry, costruita dopo che la struttura originale del XIV venne quasi rasa al suolo durante un bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale. Il compositore decise anche di non utilizzare solamente il testo latino tradizionale del Requiem: voleva una testimonianza e, dopo alcune ricerche, decise di utilizzare i testi poetici di Wilfred Owen, uomo che la Grande Guerra l'aveva vissuta, scritta e, infine, tragicamente subita.

Nel corso della prima esecuzione del maggio 1962 i tre solisti furono Peter Pears e Dietrich Fischer-Dieskau, inglese l'uno e tedesco l'altro, che rappresentavano la ritrovata armonia tra Inghilterra e Germania. Un’altra protagonista di quella celebre serata doveva essere il soprano russo Galina Višnevskaja, a rappresentare la pacificazione con l'universo sovietico, ma non potè essere scritturata e venne dunque sostituita da Heather Harper.

Il 3 maggio questo aspetto viene dunque ribadito e sottolineato nel War Requiem fiorentino, a riprova di quanto la musica possa essere una voce straordinaria e capace di abbattere muri che, altrimenti, sembrerebbero invalicabili. Le tre voci soliste della serata, che ‘rinnovano’ il messaggio di Britten rivolto alla pace e all’armonia fra i popoli del mondo, sono il soprano russo Elizaveta Shuvalova, talento dell'Accademia del Maggio; il tenore inglese Ian Bostridgeche giunge con questa alla sua 98esima esecuzione del War Requiem delcorso della sua carriera e che sarà protagonista della Matthäus-Passion di J.S.Bach del prossimo dicembre, e il baritono tedesco Dietrich Henschel, fra i protagonisti del Doktor Faust andato in scena nell'inverno del 2023. 

Protagonista sul podio il direttore principale dell’Orchestra della Toscana, Diego Ceretta: diplomato al Conservatorio di Milano, ha studiato composizione, violino e direzione d’orchestra e si è successivamente perfezionato all’Accademia Italiana di Direzione d’Orchestra con Gilberto Serembe e all’Accademia Chigiana di Siena, dove ha studiato con Luciano Acocella e Daniele Gatti.

Ceretta è stato assistente proprio del maestro Gatti nella prima mondiale del Giulio Cesare di Giorgio Battistelli al Teatro dell’Opera di Roma, e ha collaborato con la Danish Radio Symphony Orchestra diretta da Fabio Luisi per la Sinfonia n. 2 di Mahler.

Il Teatro del Maggio, dove il maestro Ceretta ha debuttato nel maggio del 2023, gli ha inoltre affidato la direzione de La bohéme pucciniana in programma alla fine di quest'anno.

La scheda:
La notte del 14 novembre 1940 i bombardamenti tedeschi rasero al suolo Coventry, distruggendo anche la cattedrale di Saint Michael, edificio simbolo della città. Occorsero più di vent’anni per ricostruirla e farla tornare allo splendore di un tempo. Per la cerimonia celebrativa di riconsacrazione, avvenuta il 30 maggio 1962, venne chiesto a Benjamin Britten di comporre un’opera per ricordare le vittime della guerra, nacque così una delle sue composizioni più celebri e toccanti: il War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera. La commissione del Requiem rappresentò per Britten non solo l’occasione per ricordare i caduti ma anche per denunciare l’orrore e la follia che caratterizzano ogni evento bellico in qualunque luogo o tempo si svolga. Da qui la scelta di congiungere piani poetici e musicali differenti, che sono il tratto distintivo di quest’opera. Il compositore scelse infatti di mettere in musica le sezioni della missa pro defunctis della liturgia latina (Introitus; Sequentia; Offertorium, Sanctus; Agnus Dei; Libera me) inframezzandole con alcune liriche di Wilfred Owen, giovane poeta inglese morto al fronte durante la Prima Guerra mondiale. Al soprano e al coro accompagnati dalla grande orchestra sono affidate le preghiere della messa in latino; al tenore e al baritono, sostenuti dall’orchestra da camera, spetta il compito di dar voce a due soldati immaginari che nei versi poetici di Owen si interrogano sul significato della morte e sull’orrore della guerra; mentre al coro dei ragazzi, simbolo di purezza e innocenza, è affidato il messaggio di speranza in un mondo pacificato. Sui rintocchi delle campane, fil rouge della composizione, il coro sussurra la secolare preghiera (Requiem aeternam) ma i versi di Owen seguenti suonano angoscianti come un grido di protesta che si leva tra le pieghe di una musica dolente. Da prospettive diverse, il Requiem di Britten ci parla del terrore della catastrofe e del mistero della morte. Emblematico e suggestivo è poi il finale in cui le voci dei due soldati un tempo nemici sul campo di battaglia si trovano a invocare insieme il sonno eterno, una melodia dolcissima che ha il sapore di una ninna ninna chiosata dalle voci angeliche dei fanciulli.