Estate al Maggio: "Il barbiere di Siviglia" allestito nella Cavea del Teatro del Maggio
In Cavea, il grande e suggestivo spazio all’aperto sul tetto del Teatro del Maggio
giovedì 18 luglio 2024 alle ore 21, “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini,
Le repliche il 20, 22, e 24 luglio alle ore 21
Sul podio il maestro Riccardo Bisatti, la regia è di Damiano Michieletto, ripresa da Andrea Bernard.
Manifestazione inclusa nel programma “Estate Fiorentina 2024”
Il Teatro del Maggio ringrazia Sammontana per i gelati offerti al pubblico
Firenze, 15 luglio 2024 – A distanza di quasi due anni dall’ultima volta, torna al Maggio uno dei più amati capolavori di Gioachino Rossini, Il barbiere di Siviglia.
Lo spettacolo, allestito la nota messa in scena e la regia firmate da Damiano Michieletto (qui ripresa da Andrea Bernard), è presentato nella splendida Cavea del Maggio che torna dunque a riaprirsi al pubblico e che ospita per la prima volta un’opera in forma scenica. Compresa la prima, sono quattro gli appuntamenti: il 18, 20, 22 e 24 luglio sempre alle ore 21.
Sul podio, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il maestro Riccardo Bisatti, giovane talento e una delle più interessanti scoperte direttoriali degli ultimi anni che aveva già diretto l’Orchestra del Maggio in un concerto per le famiglie e più recentemente è stato protagonista con l’Orchestra della Toscana di un concerto nell’ambito dell’ultimo Festival del Maggio Fiorentino. La regia è ripresa da Andrea Bernard - recentissimo vincitore del prestigioso Premio Abbiati 2023 - che già l’aveva rimessa in scena in Sala Mehta nel settembre 2022 ed è firmata da Damiano Michieletto. Questo Barbiere giunge alla sua decima messinscena nel corso delle stagioni del Maggio dal suo debutto, avvenuto ormai quasi vent’anni fa al Teatro Romano di Fiesole nel luglio del 2005. È uno spettacolo pensato in origine per uno spazio aperto, e ideale per essere ricostruito nella suggestiva - e sempre fresca di sera - Cavea del Maggio che ospita per la prima volta un’opera lirica in forma scenica su un palco e una buca d’orchestra costruiti allo scopo. Per l’occasione sarà aperto anche il nuovissimo e accogliente bar posto all’ingresso della Cavea e grazie a Sammontana verranno offerti a tutto il pubblico, sia alla prima che alle repliche, dei gelati.
Il cast è composto da Dave Monaco, di ritorno al Maggio dopo il concerto del 29 marzo scorso, nei panni del Conte di Almaviva, innamorato della bella Rosina, interpretata da Laura Verrecchia che torna sulle scene fiorentine dopo la Madama Butterfly del dicembre 2021. Il factotum della vicenda, Figaro, è invece interpretato da Hae Kang; Don Bartolo è interpretato da Matteo D’Apolito mentre il tutore di Rosina, Don Basilio, ha la voce di Bozhidar Bozhkilov.
Chiudono la compagnia di canto due talenti dell’Accademia del Maggio: Yurii Strakhov nel doppio ruolo di Fiorello/Un ufficiale e Letizia Bertoldi come Berta. In questo allestimento i costumi sono di Carla Teti mentre le luci sono curate da Andrea Locorotondo. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.
Un Barbiere frizzante – sempre ben accolto dal pubblico e dalla critica– che inizia come un viaggio in treno, annunciato dall’altoparlante: un modo allegro di viaggiare “attraverso” l’opera di Rossini, richiamando i luoghi e le situazioni con la fantasia. Costumi evocativi e bizzarri e colori accesi rendono i personaggi delle caricature, quasi fossero personaggi legati alla Commedia dell’Arte: Don Basilio è verdissimo con capelli lunghi, unti, naso adunco, tutto verde d'invidia come un serpente (o meglio, un basilisco); Figaro ha capelli che alludono a orecchie volpine e baffi, mentre don Bartolo, tutto in bianco, assomiglia a un panciuto bulldog che guarda geloso Rosina, vestita di rosso come il suo amante Lindoro. L'assenza di scene vere e proprie concentra tutta l'attenzione sulle gag comiche e le gestualità curate, ma soprattutto sulla voce e sulla musica, regine indiscusse dell'opera rossiniana. Questa assenza aiuta inoltre a sottolineare anche i lati più cinici se vogliamo di questo dramma buffo, di cui comunque emerge pur sempre il lato scherzoso e giocoso: le trovate sul palcoscenico si rincorrono con naturalezza e inventiva crescente, così da non lasciare mai un momento statico nel gioco teatrale.