Michele Spotti: concerto sinfonico il 13 dicembre, alle ore 20, e il 14, alle ore 18
Doppio appuntamento sinfonico in cartellone al Maggio: venerdì 13 alle ore 20 e sabato 14 dicembre 2024 alle ore 18 in Sala Mehta, Michele Spotti sul podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio Musicale Fiorentino.
In cartellone “Die erste Walpurgisnacht” di Felix-Mendelssohn Bartholdy e la Sinfonia n. 5 di Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Firenze, 9 dicembre 2024 – Venerdì 13 e sabato 14 dicembre 2024 - alle ore 20 e alle ore 18 - la Sala Zubin Mehta s’illumina per un doppio appuntamento sinfonico: protagonista, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro del Maggio, il maestro Michele Spotti. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini.
Il maestro Spotti, al suo debutto sul podio del Maggio, ha studiato violino e composizione al “Conservatorio Verdi” di Milano, diplomandosi sotto la guida di Daniele Agiman. Si è poi perfezionato presso l’ “Haute École de musique” di Ginevra: ha recentemente debuttato all’Opera di Parigi con Turandot, al Teatro San Carlo di Napoli con il Simon Boccanegra, all’Arena di Verona di nuovo con la Turandot di Puccini (che ha inaugurato la 101ª edizione del Festival), al Teatro dell’Opera di Roma con Die Zauberflöte, alla Deutsche Oper di Berlino con Il viaggio a Reims e alla Wiener Staatsoper con La fille du régiment. A lui, inoltre, il Maggio ha affidato la direzione dell’opera Norma, di Vincenzo Bellini, in scena nel corso della prossima stagione lirica con le recite a partire dal 9 marzo 2025
In programma nel doppio concerto, due composizioni sinfoniche: il concerto si apre con Die erste Walpurgisnacht, ossia “La notte di Walpurga”, cantata per soli, coro e orchestra di Felix-Mendelssohn Bartholdy. Terminata nel 1841, fu uno dei progetti più esigenti e complessi del compositore di Amburgo: il titolo deriva dalla leggenda popolare che narra che nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, festività di santa Walpurga, sulla cima del monte Brocken nel massiccio dello Harz si celebravano cerimonie sacrileghe (i pagani del primo medioevo). Solisti nell’esecuzione, quattro talenti dell’Accademia del Maggio: Danbi Lee, contralto; Lorenzo Martelli, tenore; Yurii Strakhov, baritono e Huigang Liu, basso.
Chiude il concerto la celebre Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Pëtr Il'ič Čajkovskij: restando fedele al principio della Quarta Sinfonia, scritta oltre dieci anni prima, la Quinta nasce anch'essa sotto il segno del “fatum”; Čajkovskij non espresse in un programma dettagliato le idee che l'avevano guidato nella composizione, tuttavia la Sinfonia n. 5 riprende dalla Quarta anche il principio ciclico dell'idea ricorrente, o motto, facendone un uso ancora più ampio, perché uno stesso tema, collegato al destino, ritorna qui in tutti e quattro i movimenti.
Il programma:
FELIX-MENDELSSOHN BARTHOLDY
Die erste Walpurgisnacht, cantata per soli, coro e orchestra op. 60
La cantata per soli, coro e orchestra Die erste Walpurgisnacht op. 60 impegnò Mendelssohn a lungo. Iniziata nel 1831 dopo aver ottenuto l’autorizzazione di Goethe, autore del testo, fu terminata dal musicista solo dieci anni dopo. In Walpurgisnacht, ballata composta da Goethe nel 1799, viene descritta l’antica cerimonia pagana celebrata nella notte a cavallo tra il 30 aprile e il 1 maggio, festa di Santa Valpurga. Secondo l’antica leggenda in quella notte si svolgevano nei boschi riti pagani per celebrare l’arrivo della primavera. Dal canto suo, Mendelssohn scelse di rimanere fedele all’interpretazione del poeta, sottolineando con mezzi musicali contrastanti i vari episodi del testo. L’arrivo della primavera risuona ad esempio solenne e maestoso, mentre la scena della finta ridda delle streghe assume accenti di ebbrezza dionisiaca, intensamente spirituale è poi la preghiera del sacerdote dei druidi dopo aver messo in fuga i soldati cristiani. Tra i molti estimatori dell’opera vi fu anche Hector Berlioz che, colpito dal modo mirabile in cui Mendelssohn si era servito della poesia, definì la cantata una “partitura di chiarezza impeccabile, nonostante la complessità della scrittura”.
PËTR IL'IČ ČAJKOVSKIJ
Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64
A dieci anni di distanza dalla Quarta Sinfonia, nel 1888 Čajkovskij torna a confrontarsi nuovamente con il tema del destino, motivo ispiratore anche della Quinta. L’esecuzione della Sinfonia n. 5 op. 64, diretta dallo stesso autore nel novembre del 1888 a San Pietroburgo, è accolta con favore dal pubblico ma meno dalla critica. Čajkovskij inizia a dubitare della validità della sua ultima opera giudicandola inferiore al lavoro precedente, salvo poi ricredersi dopo i successi riportati dalla sua ultima sinfonia nei concerti della tournée europea dell’anno successivo. Pur mancando di un programma vero e proprio, sono presenti a margine della partitura alcuni brevi pensieri che alludono al tema della lotta dell’uomo contro il destino avverso. Secondo il modello codificato da Berlioz, la Sinfonia n. 5 è costruita sul principio ciclico dell’idea tematica ricorrente che collega i quattro movimenti. Il motto del destino è presentato per la prima volta nell’Andante che a passo lento e mesto introduce il primo movimento. Il secondo movimento sfoggia alcune melodie di indiscutibile bellezza, con gli assolo del corno e dell’oboe che scaldano il cuore come un ‘raggio di luce’; ma la serenità è solo apparente poiché il destino riappare con il suo motto, stavolta intonato dai tromboni. Nell’elegante Valse si respira aria mondana che ritarda l’inevitabile resa dei conti demandata al finale. Qui il motto riappare ma in tonalità maggiore: totalmente trasfigurato e svuotato della sua carica negativa non incute più timore e il grandioso tripudio sonoro dell’orchestra ne sancisce enfaticamente la sconfitta.